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       L’8 gennaio 1521 è una data importante
      siglata in una tavoletta lignea votiva che rappresenta l’assalto di
      Camillo e Francesco di Francesco Ubaldini del Castello dei Pecorari, che
      armati assieme ad una quarantina di vassalli assaltano il Castello dei
      Brancaleoni di Piobbico. Il vecchio conte Roberto, zio degli assalitori,
      si salvò nascondendosi, mentre il figlio Carlo, pugnalato con trentatre
      colpi,
      venne lasciato per morto.
      Nella tavola notiamo la rappre-sentazione della chiesetta di Santa Maria
      in Valle d’Abisso di Piobbico
      con l’immagine della Madonna.
      
       
      Questo documento storico ha dato lo spunto per rappresentare questo evento
      importante che rivela la continua lotta in armi tra gli Ubaldini e i
      Brancaleoni per la difesa dei loro territorio che ancor oggi riprende il
      confine fisico tra Apecchio, Piobbico ed Urbania.
      
       
      Il
      dipinto originale l’ho rintracciato in Firenze a seguito di una vendita
      all’asta dell’11 giugno 2003 fatta presso “La Limonaia”
      a Firenze da “Semenzato Aste”. La proprietà è ancora oggi degli
      eredi Di Carlo essendo all’epoca l’oggetto rimasto invenduto. Una
      copia del 1808 è attualmente esposta nella stanza del Sindaco di Piobbico,
      ed una copia, fatta il secolo scorso alla fine degli anni ’70, è
      ubicata nella Chiesa di Santa Maria in Valle d’Abisso.
      
       
      L’episodio
      è descritto nel cartiglio ove così si legge:
      
       
       Io,
      Carlo de Ruberto bra(n)caleoni de piobico esendo in casa mia in camicia
      fui asaltato da miei nimici quali lasandomi / p(er) morto cum tre(n)tatre
      ferite e volendose portare la testa mia co(n) loro mi affidai a la
      gloriosa Vergine / maria quale mai non mancha a chi a lei de bono core fa
      ricorso foi inco(n)tinente senza alcuna lesione de mente / liberato 1521
      adì otto de gennaio. 
      
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