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                                  Montedinove |      
                                 
                               
                              Montedinove 
                              è un comune di 560 abitanti della provincia  
                              di Ascoli Piceno.           
                              Il 
                              territorio cittadino, abitato in epoca picena, fu 
                              donato nel 1039 dal feudatario Longino di Azzone 
                              all'abbazia di Farfa, e fu proprio l'abate di 
                              Farfa Berardo III a costruire nel 1099, le 
                              fortificazioni che oggi danno al paese una 
                              conformazione quasi circolare e ponendolo a 
                              vedetta del "Presidato Farfense" nel 
                              Piceno. La cinta muraria aveva due porte: la Porta 
                              dei Monti, non conservata, e la Porta Marina 
                              costituita ormai dal solo arco di passaggio. 
                              Scavi  
                              archeologici anche recenti hanno portato alla luce  
                              nei suoi dintorni tombe picene con corredi  
                              funerari; una parte degli oggetti è stata  
                              raccolta dall'Archeoclub e depositata in  
                              municipio. Secondo alcuni studiosi potrebbe  
                              trattarsi del sito della misteriosa Novana, città  
                              romana che Plinio il Vecchio, nella sua nota Naturalis  
                              Historia libro III cap. XIII, colloca nel  
                              Piceno come città posta tra Asculum e Cluana  
                              e di cui non è stata ancora trovata l'ubicazione.  
                              Il ritrovamento inoltre di un miliario, a valle  
                              Fiorana, testimonia l'esistenza della via diretta  
                              ad Asculum-Novana-Firmum, che valica il  
                              monte dell'Ascensione verso est e che  
                              verosimilmente toccava i territori di Rotella e  
                              Montedinove. Significativo è il fatto che la  
                              piazza principale del paese porti il nome di  
                              "Novana", l'antica città scomparsa. Una  
                              seconda ipotesi colloca questa città nella zona  
                              di Carassai o non lontano dal santuario di  
                              Monterinaldo. 
                              La sua prima 
                              edificazione fu la conseguenza dell'invasione 
                              longobarda avvenuta nel 578 ad opera dei profughi 
                              ascolani. 
                              Intorno al  
                              1240 il castello assediato tenne testa per ben due  
                              anni all'esercito del re Enzo, figlio di Federico  
                              II di Svevia, guidato dal ghibellino Rainaldo d'Acquaviva,  
                              e per questo sembrò giusto ribattezzarla come  
                              Porta della Vittoria. Nel Duecento il paese si  
                              elevò a libero Comune con podestà a nomina  
                              ecclesiastica. L'illuminato dominio farfense, che  
                              andava dalla valle del Musone a quella del Tronto,  
                              esercitò un ruolo positivo nell'economia  
                              cittadina, incoraggiandone le attività. Fiorirono  
                              così le Corporazioni di Arti e Mestieri; quella  
                              dei sarti ha lasciato una sua traccia  
                              nell'archivolto in cotto di un portale trecentesco  
                              con lo stemma della propria Congregazione. Dopo la  
                              soppressione del Presidato Farfense entrò a far  
                              parte di quello di Montalto, costituito da Sisto V  
                              nel 1586, staccandolo dal potere del legato  
                              Pontificio e assoggettandolo direttamente alla  
                              Camera Apostolica.  
                              Tutto ciò  
                              fino al regno italico di Napoleone.  
                              Nel 1617 il  
                              Comune approvò la costruzione di un convento per  
                              i Frati Minori osservanti Riformati e il 10  
                              novembre 1619 papa Paolo V ne autorizzava la  
                              costruzione e benediceva la prima pietra per  
                              l'erezione del Santuario e Convento di San Tommaso  
                              di Canterbury. Questo santuario venne edificato  
                              lungo la via Cuprense, nel luogo in cui esisteva  
                              una cappellina, sempre dedicata a San Tommaso,  
                              costruita dai Farfensi di Santa Maria de Cellis un  
                              secolo prima.  
                              Nei secoli  
                              successivi Montedinove seguì il corso storico  
                              dello Stato della Chiesa fino all'Unità d'Italia  
                              nel 1861          
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