A tavola con i Templari
            Cucina medievale nel
            periodo delle Crociate
            Cottura
            Tutti
            i tipi di cottura prevedevano l'uso diretto del fuoco. I fornelli non
            furono inventati fino al XVIII secolo e i cuochi dovevano
            essere capaci di cucinare direttamente sopra al fuoco vivo. Si
            usavano anche forni ma costruirli era molto costoso e se ne
            trovavano solo nelle dimore più grandi e nelle botteghe di fornaio.
            Spesso le comunità medievali avevano un forno la cui proprietà era
            condivisa, in modo che il pane, alimento essenziale per
            tutti, fosse preparato in forma pubblica anziché privata.
            Esistevano anche dei forni portatili progettati perché, dopo che il
            cibo era posto al loro interno, li si seppellisse sotto le braci
            roventi, mentre altri anche più grandi che si spostavano grazie a
            delle ruote venivano usati per vendere torte e pasticci lungo le
            strade delle città medievali.
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            Tuttavia,
            per la maggior parte delle persone, quasi tutte le cotture si
            facevano in semplici pentoloni, dal momento che quello era il metodo
            più efficiente per servirsi del fuoco perché permetteva di non
            sprecare preziosi liquidi di cottura; zuppe e stufati erano
            quindi i piatti più comuni. Complessivamente tutto lascia intendere
            che i piatti medievali avevano un contenuto di grassi piuttosto
            elevato, perlomeno quando ci si poteva permettere di avere dei
            grassi in tavola. La cosa non rappresentava infatti il benché
            minimo problema in un'epoca di durissimo lavoro manuale, di carestie
            e in cui le rotondità del corpo erano ampiamente accettate quando
            non addirittura considerate desiderabili; solo i poveri, i malati e
            gli asceti dovevano essere magri.
            
            
            Nelle
            preparazioni si univa senza alcun problema la frutta alla
            carne, alle uova e al pesce.
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            La
            ricetta della Tart de brymlent, un pasticcio di pesce,
            tratta dal ricettario del XIV secolo Forme of Cury comprende
            un misto di fichi,  uva passa, mele,  pere da cuocere con
             salmone e merluzzo, con prugne snocciolate
            da mettere sotto la crosta superiore del pasticcio stesso. Si
            credeva importante che il piatto rispettasse le prescrizioni mediche
            e dietetiche dell'epoca. Questo significa che il cibo doveva essere
            "miscelato" a seconda della sua natura, combinando nel
            modo giusto ingredienti, salse e spezie; il pesce era ritenuto di
            natura fredda e umida quindi si credeva che i metodi migliori per
            cuocerlo fossero quelli che lo riscaldavano e lo seccavano, come la frittura o
            il passaggio al forno, oppure la stagionatura con spezie
            calde e secche. Il manzo era valutato secco e caldo e quindi
            andava di preferenza bollito. Il maiale, caldo ed umido,
            doveva essere quindi per lo più arrostito. Alcuni ricettari
            suggerivano degli ingredienti alternativi basandosi più sulla loro
            natura umorale che, come farebbe invece un cuoco contemporaneo,
            sulla somiglianza dei sapori. Ad esempio si dice che per fare una
            torta di mele cotogne può andare bene anche il cavolo
            e in un'altra occasione si dice che le rape possono
            essere sostituite dalle pere.
            
            
            La pasta
            frolla, completamente commestibile, non fece la sua comparsa nei
            ricettari fino al XV secolo. Prima di allora la pasta veniva
            usata soprattutto come contenitore per il cibo. Ricettari giunti
            fino a noi mostrano come nel tardo Medioevo la gastronomia ebbe
            uno sviluppo significativo. Nuove tecniche, come appunto l'uso della
            pasta frolla e la chiarificazione della gelatina per mezzo
            dell'albume d'uovo iniziarono a farsi strada verso la fine del XIV
            secolo e nello stesso periodo le ricette iniziarono a comprendere
            istruzioni dettagliate per l'esecuzione invece di essere semplici
            elenchi di ingredienti che servivano solo come aiuto mnemonico per
            cuochi già esperti.
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